Marmellata di arance, questa si che si può chiamare “marmellata”.
Vi confesso che non è tra le mie preferite ma quando trovi una ricetta di tanti tanti anni fa che fai la lasci li…anche no ed eccovi la mia marmellata di arance.
Un procedimento diverso da quello che si legge sul web, sui libri o riviste ed è proprio questo procedimento che mi ha incuriosito e l’ho voluto provare.Le arance devono essere bucherellate e poi bollite, ma non chiedetemi il perché di questo procedimento, non ho trovato reale traccia e quindi preferisco non dire sciocchezze.
Vi dico solo che ok, questa è una marmellata che gradisco e che come al solito ho modificato nelle dosi dello zucchero limitandone la quantità, non amo la stucchevolezza del “troppo dolce che copre ogni gusto”.
Ingredienti:
- arance 3 kg da fresche che diventeranno 1,400 kg
- zucchero 700 g
Preparazione:
Lavare bene le arance, bucherellarle con uno stecchino, metterle in una casseruola con acqua calda e far bollire per 20 minuti dal momento del bollore.
Scolare le arance e tenerle per una notte in acqua fredda.
Eliminare la buccia pelando le arance al vivo, poi tagliarle a fette eliminando i semi e tutte le parti bianche.
Privare le bucce di 2 o 3 arance (a vostro gusto) della parte bianca, tagliarle a listarelle e tenerle da parte.
Pesare le arance, metterle in una casseruola a bordi bassi e versare lo zucchero che dovrà essere la metà del peso delle arance.
Posare la casseruola sul fuoco e lasciarla cuocere per 30 minuti dal bollore, (schiumare durante il bollore) a questo punto frullare le arance con il frullatore ad immersione e unire le bucce che avevate tagliato a julienne tenuto da parte e continuate la cottura per il tempo necessario, fino a che la marmellata diventerà densa e gelatinosa.
Provare comunque la cottura versandone una goccia sopra un piatto inclinato, quando rimane rotonda senza spandersi sarà pronta.
Versare la marmellata così ottenuta in barattoli di vetro sterilizzati, chiudere e capovolgere il barattolo.
Lasciare che il barattolo si raffreddi anche tutta la notte prima di capovolgerlo di nuovo.